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Intervenire sulle conseguenze geopolitiche della guerra russa

13.07.2022 EEAS Press Team

Blog dell'AR/VP - Il Consiglio "Affari esteri" di questa settimana ha discusso le conseguenze geopolitiche dell'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina. Abbiamo concordato i principali filoni di lavoro per affrontare la crisi alimentare ed energetica mondiale e difendere l'ordine internazionale basato su regole. Oltre a continuare a sostenere l'Ucraina, dobbiamo dialogare ulteriormente con i paesi terzi colpiti dalla guerra russa.

 

"Oltre a continuare a sostenere l'Ucraina, dobbiamo adoperarci ulteriormente per combattere la crisi alimentare ed energetica mondiale, difendere l'ordine internazionale basato su regole e contrastare la disinformazione russa".

L'invasione russa dell'Ucraina provoca shock in tutto il mondo con un aumento dell'insicurezza alimentare, un accesso limitato all'energia e un incremento dell'inflazione e del debito. Come sintetizzato di recente dal gruppo delle Nazioni Unite di risposta alla crisi mondiale, "miliardi di persone si trovano ad affrontare la più grave crisi legata al costo della vita di un'intera generazione". Questi sviluppi si aggiungono all'emergenza climatica globale e alla pandemia di COVID-19 e rischiano di innescare disordini sociali e destabilizzazione politica.

 

La guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina pone una sfida diretta all'ordine mondiale basato su regole. Dobbiamo agire per difenderlo e contrastare la disinformazione russa.

 

Durante l'Assemblea generale delle Nazioni Unite tenutasi in marzo, un'ampia maggioranza di paesi ha condannato l'aggressione russa. Tale condanna non dovrebbe però nascondere il fatto che l'attenzione della maggior parte dei nostri partner è rivolto alle conseguenze della guerra, non alle sue cause. In questo contesto, la falsa narrazione russa secondo cui l'UE sarebbe responsabile della crisi alimentare ha trovato terreno fertile. Dobbiamo attribuire la colpa a chi lo merita: oltre a invadere e distruggere l'Ucraina, la Russia sta bloccando 20 milioni di tonnellate di cereali nei depositi ucraini. Per questo motivo, rischiano di soffrire la fame persone che si trovano dall'altra parte del mondo. Si tratta di un tentativo deliberato di creare instabilità politica. La guerra di aggressione della Russia pone una sfida diretta all'ordine mondiale basato su regole. Dobbiamo agire per difenderlo e contrastare la disinformazione russa. Questo è stato al centro delle nostre discussioni in occasione dell'ultimo Consiglio "Affari esteri".

L'invasione dell'Ucraina ha conseguenze in tutte le regioni del mondo. Nei Balcani occidentali la disinformazione russa è prevalente e la Russia ha inserito tre paesi (Macedonia del Nord, Albania e Montenegro) nell'elenco dei "paesi ostili" a seguito del loro allineamento alle nostre sanzioni. In questo difficile contesto è essenziale un impegno politico credibile a favore della prospettiva europea della regione. Tuttavia, non essendo in grado di avviare questa settimana i negoziati di adesione con l'Albania e la Macedonia del Nord, devo ammettere che non siamo al punto in cui dovremmo nella regione. Dobbiamo delineare la via da seguire senza ulteriori ritardi.

 

Non essendo in grado di avviare questa settimana i negoziati di adesione con l'Albania e la Macedonia del Nord, non siamo al punto in cui dovremmo nella regione dei Balcani occidentali. Dobbiamo delineare la via da seguire senza ulteriori ritardi.

 

La guerra ha un impatto negativo anche sul turismo e sull'economia della Turchia. L'impegno diplomatico della Turchia in relazione al conflitto, non da ultimo sulla necessità di porre fine al blocco del Mar Nero, richiede una più stretta cooperazione fra l'UE e la Turchia, nonché vigilanza per garantire la non elusione delle sanzioni dell'UE.

La guerra inoltre colpisce molto duramente i paesi del partenariato orientale. I molteplici effetti di ricaduta spingono la regione verso una nuova recessione, con rischi di instabilità e insicurezza. L'Ucraina e la Moldova hanno ottenuto lo status di paese candidato in sede di Consiglio europeo, il quale ha anche inviato un segnale positivo alla Georgia: le dovrebbe essere riconosciuto lo status di paese candidato una volta affrontata una serie di priorità.

La Bielorussia è ora oggetto di sanzioni analoghe a quelle imposte alla Russia, ma la maggior parte dei paesi del partenariato orientale guarda più che mai all'Europa per le proprie esigenze in termini di connettività, scambi commerciali e investimenti esteri. Anche gli Stati dell'Asia centrale, già sottoposti a forti pressioni russe, risentono gravemente degli effetti di ricaduta negativi del conflitto, in particolare le perturbazioni commerciali, il calo delle rimesse dall'estero e le fluttuazioni valutarie.

Nel vicinato meridionale e in tutto il Medio Oriente, molti paesi dipendono fortemente dalla Russia e dall'Ucraina per il loro approvvigionamento alimentare ed energetico. Le perturbazioni dei flussi commerciali causate dall'invasione russa hanno già esercitato un'enorme pressione su questi settori. I paesi produttori di gas e petrolio traggono naturalmente beneficio dagli alti prezzi energetici, ma in molti altri paesi il rincaro delle materie prime e dei prodotti alimentari e la riduzione delle sovvenzioni (per via di un inasprimento delle condizioni di bilancio), unitamente in alcune regioni a gravi siccità, possono causare una crisi alimentare catastrofica tra i più poveri e provocare nuove ondate di disordini sociali, sfollamenti interni e migrazioni.

 

L'Africa è gravemente colpita. Le Nazioni Unite prevedono che nel 2022, in Africa e in particolare nel Corno d'Africa e nel Sahel, quasi 120 milioni di persone si troveranno in una situazione di "crisi alimentare o peggiore".

 

Anche l'Africa è gravemente colpita. Molti paesi dipendono fortemente da Russia e Ucraina. Ben 25 paesi africani, tra cui molti dei paesi meno sviluppati, importano più di un terzo del loro frumento dall'Ucraina e dalla Russia e 15 di essi oltre la metà. I prezzi del frumento sono aumentati del 60 % a causa della guerra. Le Nazioni Unite prevedono che nel 2022, nell'Africa subsahariana e in particolare nel Corno d'Africa e nel Sahel, quasi 120 milioni di persone si troveranno in una situazione di "crisi alimentare o peggiore". Si tratta del risultato di un tentativo deliberato della Russia di servirsi del cibo come arma di guerra, accompagnato dal tipico gioco della propaganda russa, che consiste nel creare un problema per poi incolpare gli altri, in questo caso le sanzioni dell'UE, che pure non si applicano alle esportazioni russe di cereali o fertilizzanti. Al tempo stesso dobbiamo ascoltare le preoccupazioni dell'Africa in merito e siamo pronti a esaminare potenziali problematiche quali l'eccesso di conformità e l'elusione del mercato e a fornire agli attori privati i necessari chiarimenti in merito all'effettiva portata delle nostre sanzioni.

Un impatto disomogeneo in Asia

In Asia l'invasione russa avrà un impatto economico complessivo disomogeneo da una regione all'altra. Le economie più avanzate della regione hanno legami di scambio e di investimento limitati con la Russia o l'Ucraina. L'impatto è invece significativo per molte altre economie,  tra cui l'Indonesia (fortemente dipendente dalle importazioni di frumento dall'Ucraina), la Mongolia (con una dipendenza energetica del 98 % dalla Russia), la Thailandia, il Pakistan, il Bangladesh, lo Sri Lanka e il Vietnam. La Cina probabilmente non è molto a suo agio di fronte alla violenta escalation della Russia in Ucraina ed è preoccupata per l'impatto della guerra sui suoi interessi economici più ampi. Tuttavia, finora Pechino si è astenuta dal fare leva sulla Russia per contribuire a trovare una soluzione pacifica al conflitto; al contrario, continua a esprimere il proprio sostegno pubblico al partenariato "senza limiti" con tale paese. L'India finora ha cercato di salvaguardare le relazioni con la Russia, che considera un partner fondamentale per la sicurezza e la difesa, ed è anche diventata il principale acquirente internazionale di petrolio russo, spesso con ingenti sconti.

La guerra della Russia ha effetti diffusi sull'America latina e sui Caraibi. Anche in questo caso il rincaro dell'energia e dei prodotti alimentari farà aumentare la povertà, la fame e le tensioni sociali in un contesto di crescenti disuguaglianze, polarizzazione politica e sfiducia nei governi. Le carenze nell'approvvigionamento di fertilizzanti avranno gravi ripercussioni su Messico, Perù, Brasile, Cile, Colombia e Argentina. Le perturbazioni del mercato cerealicolo incideranno sulle forniture in paesi quali Nicaragua, Haiti, Perù, Ecuador e isole dei Caraibi. D'altro canto, l'incremento dei prezzi delle principali materie prime ad alcuni paesi darà un impulso economico (ad esempio, carbone per la Colombia, rame per il Cile e il Perù, frumento e soia per l'Argentina). Sul piano politico la regione latinoamericana ha ampiamente condannato l'aggressione della Russia; tuttavia, non possiamo dare per scontata questa posizione. Dobbiamo intensificare il dialogo con la regione per affrontare il timore di alcune capitali che la guerra di aggressione della Russia distolga l'attenzione dell'UE dai paesi ALC.

 

L'America latina ha ampiamente condannato l'aggressione della Russia; tuttavia, non possiamo dare per scontata questa posizione. Dobbiamo intensificare il dialogo con la regione.

 

Un rinnovato impegno politico, sostenuto da azioni concrete, dimostrerà che l'UE può aiutare i suoi partner ad attenuare le conseguenze più immediate di questo conflitto e a migliorare la loro resilienza in modo sostenibile più a lungo termine. Lunedì abbiamo discusso i seguenti filoni di azioni concrete da parte delle istituzioni e degli Stati membri dell'UE:

1. Sicurezza alimentare: forniamo fondi di emergenza alle regioni e ai paesi più colpiti. L'UE, insieme ai suoi Stati membri, ha già impegnato 1 miliardo di EUR per il Sahel, 633 milioni di EUR per il Corno d'Africa e 225 milioni di EUR per i paesi del vicinato meridionale. Ci concentreremo sul sostegno alla resilienza in oltre 70 paesi, compresa la promozione di un uso più efficiente dei fertilizzanti e delle relative alternative. Forniamo inoltre assistenza per portare milioni di tonnellate di cereali ucraini sui mercati globali attraverso il piano d'azione UE-Ucraina per i corridoi di solidarietà e sostenendo gli sforzi delle Nazioni Unite volti a riaprire il porto di Odessa. Inoltre, ci adopereremo per incrementare le esportazioni di prodotti alimentari da parte dell'UE.

2. Energia: con il piano RePowerEU stiamo lavorando a pieno ritmo per ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili russi e contribuiamo così ad abbassare i prezzi dell'energia a livello mondiale, accelerando ulteriormente la transizione verso l'energia verde. Apriremo inoltre la piattaforma dell'UE per l'energia per gli acquisti comuni di gas ai partner dei Balcani occidentali, dell'Ucraina, della Moldova e della Georgia e svilupperemo i loro collegamenti alle reti elettriche europee. Per garantire l'approvvigionamento stiamo dialogando con vari partner riguardo al gas naturale liquefatto (GNL), rilanciamo il dialogo sul gas tra l'UE e l'Algeria ed esploriamo opportunità di cooperazione con i partner africani. Dialogheremo inoltre con i partner per importare 10 milioni di tonnellate di idrogeno verde entro il 2030 attraverso tre grandi corridoi per l'idrogeno nell'ambito di progetti "Global Gateway".

3. Rischi macroeconomici: l'azione globale dell'UE si sta concentrando su un'ulteriore riduzione del debito e sul sostegno macroeconomico da parte delle istituzioni finanziarie internazionali. In sede di G20 lavoreremo a un ampliamento del quadro comune di trattamento del debito. Dobbiamo anche trovare il modo di riorientare verso i paesi a basso reddito i diritti speciali di prelievo dell'FMI delle economie avanzate.

4. Scambi commerciali e investimenti: lo sviluppo degli scambi commerciali e degli investimenti con partner che condividono gli stessi principi offre flussi commerciali alternativi alle forniture e ai mercati russi e rafforza i nostri legami a livello politico. Si tratta fra l'altro di offrire una liberalizzazione temporanea degli scambi con la Moldova, completare i negoziati con i paesi dell'Asia centrale e modernizzare le relazioni di scambio e di investimento con il vicinato meridionale. Stiamo rilanciando i negoziati per gli scambi commerciali e gli investimenti con l'India. Dobbiamo altresì portare avanti la ratifica dei tre accordi commerciali in sospeso con il Messico, il Cile e il Mercosur. La conclusione di un'alleanza digitale UE-ALC fornirebbe slancio al commercio digitale con l'Europa.

5. Disinformazione: affronteremo le preoccupazioni espresse da molti paesi in via di sviluppo in merito al presunto impatto negativo delle sanzioni dell'UE e contrasteremo la disinformazione russa in modo proattivo, con fatti e messaggi adattati a livello locale. Ove possibile, svilupperemo partenariati con piattaforme internet, analisti, verificatori di fatti, giornalisti e partner istituzionali per far fronte alla disinformazione pro-Cremlino.

Abbiamo molto da fare nelle prossime settimane. Il rafforzamento della solidarietà dell'UE nei confronti dei paesi e delle regioni maggiormente colpiti dall'aggressione russa aiuterà a combattere la "battaglia di narrazioni" globale che coinvolge tutto il mondo.

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"Una finestra sul mondo"- Blog dell'AR/VP Josep Borrell

Blog di Josep Borrell sulle sue attività e la politica estera europea. Contiene anche interviste, op-eds, una selezione di discorsi e video.