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Asia centrale: un attore sempre più importante a livello mondiale e per l'UE

Blog dell'AR/VP – La rilevanza geostrategica dell'Asia centrale sta crescendo. Questa settimana ho visitato la regione e, a Samarcanda, ho partecipato a due appuntamenti importanti: la riunione ministeriale UE-Asia centrale e la conferenza UE-Asia centrale sulla connettività. In un momento in cui cercano di diversificare i loro partenariati, i nostri partner dell'Asia centrale chiedono un maggiore coinvolgimento dell'UE ed è vero che in materia di connettività, energia e sicurezza possiamo fare molto di più, insieme.

"Oggi l'Asia centrale si trova nel cuore dell'azione, in termini sia geostrategici che geoeconomici."

 

L'Asia centrale ha svolto per secoli un ruolo fondamentale facendo da ponte tra l'Estremo Oriente e l'Europa, in un'epoca in cui merci e idee circolavano lungo la via della seta. Le relazioni però vanno coltivate e costantemente aggiornate alla luce delle nuove circostanze. Oggi l'Asia centrale si trova nel cuore dell'azione, in termini sia geostrategici che geoeconomici.

È evidente che la regione sta cercando di diversificare le sue relazioni e che l'UE è considerata un partner privilegiato.

Arrivando in Asia centrale si percepisce una nuova dinamica: è chiaro che la Russia — ma anche la Cina — ha svolto e continua a svolgere un ruolo importante nella regione. È altrettanto evidente che la regione sta cercando di diversificare le sue relazioni e che considera l'UE un partner privilegiato. I leader della regione stanno attuando vari programmi di riforma. Inoltre, le relazioni tra i paesi dell'Asia centrale stanno migliorando.

In quanto UE, abbiamo un chiaro interesse a trarre vantaggio da questi sviluppi. Dobbiamo approfondire i nostri legami con la regione e sfruttare il grande potenziale che ha da offrire in termini di approvvigionamento energetico, materie prime critiche e nuovi corridoi di trasporto che non dipendono dalla Russia (il cosiddetto "corridoio di mezzo" o "corridoio transcaspico").

Fortunatamente non partiamo da zero. Forse non molti sanno che siamo già il principale partner di investimento della regione. L'UE rappresenta oltre il 42% del volume complessivo di investimenti diretti esteri in Asia Centrale, rispetto al 14,2% per gli Stati Uniti, al 6% per la Russia e al 3,7% per la Cina. Inoltre, stiamo per celebrare 30 anni di relazioni diplomatiche. È nostro compito fondamentale muovere da queste basi e imprimere un nuovo slancio, senza perdere di vista il contesto geopolitico in rapida evoluzione.

Investire nella cooperazione UE-Kazakhstan

La mia visita è iniziata in Kazakhstan, un paese di 20 milioni di abitanti distribuiti su una superficie cinque volte superiore a quella della Francia. Insieme al presidente Tokayev e al vice primo ministro e ministro degli Affari esteri Tileuberdi, abbiamo discusso di come portare avanti l'attuale slancio positivo nelle nostre relazioni, testimoniato anche dalla recente visita del presidente del Consiglio europeo Michel e dal memorandum d'intesa sull'accesso alle materie prime firmato dalla presidente della Commissione europea von der Leyen. Il Kazakhstan è un nostro partner strategico, non da ultimo in quanto importante fonte di importazioni di petrolio (circa l'8% delle nostre importazioni totali), ma anche di gas, uranio e altre materie prime critiche.

Sul piano politico, il Kazakhstan ha intrapreso varie riforme che vanno nella direzione del pluralismo politico. Le elezioni presidenziali odierne e le elezioni parlamentari che si terranno il prossimo anno saranno indicatori importanti a tale riguardo. Molto resta ancora da fare e incontrando leader di spicco della società civile ho avuto l'occasione di ascoltare una testimonianza di prima mano del loro punto di vista e del lavoro che svolgono, con il sostegno dell'UE.

Samarcanda vanta una lunga storia come avamposto commerciale e "passerella" tra Oriente e Occidente, molto prima che iniziassimo a usare l'espressione "Global Gateway".

Mi sono poi spostato a Samarcanda, in Uzbekistan, di gran lunga il paese più popoloso della regione. Samarcanda vanta una lunga storia come avamposto commerciale e "passerella" tra Oriente e Occidente, molto prima che iniziassimo a usare l'espressione "Global Gateway". È in Uzbekistan che è nato il concetto di "algoritmo", un termine che oggi sentiamo molto spesso, legato al mondo dell'informatica e dei social media.

A Samarcanda si è svolta la 9a riunione ministeriale UE-Asia centrale dove, insieme ai cinque paesi dell'Asia centrale, abbiamo affrontato tutta la serie di questioni che ci riguardano. Abbiamo riconosciuto questo nuovo slancio ma anche un grande potenziale non ancora sfruttato.

Sul fronte della sicurezza, abbiamo discusso degli shock causati dall'invasione russa. Per ovvi motivi geografici e storici, la regione segue un approccio equilibrato, ma siamo stati unanimi sulla necessità di difendere i principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite (integrità territoriale, non ricorso all'uso della forza ecc.). Naturalmente la regione vuole ridurre al minimo gli effetti negativi della guerra russa. La drammatica situazione in Afghanistan ha ovviamente occupato un posto di primo piano: nel paese la situazione umanitaria continua a deteriorarsi e i talebani non mostrano alcun segno di moderazione.

Abbiamo discusso anche del nesso tra acqua, energia e clima, di scambi tra le persone e del ruolo dell'UE nel sostegno alla cooperazione tra gli Stati dell'Asia centrale e tra le nostre due regioni. Abbiamo convenuto che, in un mondo di rapidi mutamenti, abbiamo bisogno gli uni degli altri. Lavoreremo intensamente per dare seguito a quanto discusso e prepararci alla prossima riunione ministeriale UE-Asia centrale che si terrà a Bruxelles.

La natura strategica della connettività: dove la politica incontra l'ingegneria

In tutte le discussioni avute in Asia centrale la parola chiave sulla bocca di tutti è stata "connettività". Se da un lato ciò è del tutto naturale data la posizione strategica tra Oriente e Occidente occupata dalla regione, dall'altro, tuttavia, i trasporti e altri collegamenti esistenti sono, in generale, poco sviluppati. Molti paesi dell'Asia centrale non dispongono di opzioni di accesso ai mercati europei e globali senza passare o dipendere dalla Russia. Come noi, vogliono sviluppare e moltiplicare possibilità e collegamenti.

In definitiva, la connettività è una combinazione di politica e ingegneria: consiste nel superare le frontiere — che sono cicatrici della storia — costruendo infrastrutture materiali e immateriali, ovverosia le arterie che consentono la circolazione di persone, beni, servizi e idee.

Ma come fare in pratica? È stato proprio questo il tema principale della conferenza UE-Asia centrale sulla connettività: Global Gateway, cui hanno partecipato leader politici della regione, dell'UE, di istituti finanziari e di imprese.

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Nel mio intervento ho sottolineato il grande potenziale di un migliore collegamento tra le nostre due regioni e, di conseguenza, i nostri popoli. In definitiva, la connettività è una combinazione di politica e ingegneria: consiste nel superare le frontiere — che sono cicatrici della storia — costruendo infrastrutture materiali e immateriali, ovverosia le arterie che consentono la circolazione di persone, beni, servizi e idee.

Potrebbe sembrare un concetto astratto, ma grazie all'iniziativa Global Gateway dell'UE — che prevede un finanziamento globale fino a 300 miliardi di EUR — e adottando un vero approccio "Team Europa", possiamo trasformare queste nobili parole in azioni concrete e possiamo farlo in modo sostenibile.

L'ordine internazionale basato su regole è sinonimo di sicurezza per gli Stati, di libertà per le persone e di disponibilità a investire per le imprese.

Tuttavia, per favorire i flussi commerciali e i flussi di investimenti è indispensabile garantire il rispetto di norme rigorose e del diritto internazionale. Quello che definiamo ordine internazionale basato su regole è sinonimo di sicurezza per gli Stati, di libertà per le persone e di disponibilità a investire per le imprese. È il motivo per cui ho affermato che quando è minacciato — come accade oggi — l'ordine va difeso da tutti noi.

Un altro messaggio importante è che in Europa, così come i nostri partner in Asia centrale, sentiamo la necessità di accrescere la nostra autonomia strategica in modo da poter scegliere liberamente come e con chi stabilire collegamenti. Disporre di collegamenti e di opzioni è positivo, mentre le dipendenze eccessive e la mancanza di scelta possono costare care, come abbiamo imparato a nostre spese in relazione all'energia e alla Russia.

Ho avuto la sensazione che la conferenza potesse rappresentare un momento fondante per definire le soluzioni concrete che possiamo attuare per promuovere la connettività all'interno delle due regioni e tra di esse.

La BERS sta realizzando uno studio sui corridoi di trasporto sostenibili tra l'Europa e l'Asia centrale, esplorando opzioni per superare le strozzature sia sul piano materiale — in relazione ad esempio alle ferrovie, che non sono interoperabili a causa di scartamenti diversi, o alle navi e ai porti, cui mancano capacità logistiche — sia sul piano immateriale, ad esempio per quanto riguarda le procedure doganali. Esistono certamente ostacoli reali, ma esistono anche un impegno comune e un interesse strategico a superarli, tra l'altro attraverso il sostegno dell'UE, della BERS e della BEI.

Durante la conferenza ho inoltre avuto l'opportunità di avviare due iniziative Team Europa concepite proprio per l'Asia centrale:

  • la prima riguarda acqua, energia e cambiamenti climatici per aiutare la regione ad affrontare il crescente impatto dei cambiamenti climatici e a migliorare la gestione delle risorse idriche;
  • la seconda riguarda il rafforzamento della connettività digitale nella regione e con l'Europa, anche attraverso connessioni satellitari.

Come sempre accade in questo tipo di eventi, ciò che conta non è solo l'evento in sé, con i relativi interventi e contatti interpersonali, ma anche il seguito da darvi. Il comunicato finale contiene numerosi e importanti impegni comuni che devono essere attuati. Per quanto mi riguarda, lavorerò con i miei colleghi della Commissione e con gli Stati membri dell'UE per garantire che la conferenza non resti un evento isolato, ma sia l'inizio di una nuova dinamica.

Infine, a Tashkent ho incontrato anche il presidente dell'Uzbekistan Mirzioyev. Abbiamo affrontato tutte le questioni strategiche che mi hanno portato nella regione e abbiamo tirato le somme della mia visita. Abbiamo discusso della guerra della Russia contro l'Ucraina, delle sue conseguenze e della crescente instabilità in Afghanistan. Abbiamo inoltre parlato del grande potenziale delle nostre relazioni bilaterali e della dinamica positiva nelle relazioni UE-Asia centrale e, in particolare, della natura strategica della nostra cooperazione in materia di connettività.

Torno da questo viaggio con la consapevolezza che l'evoluzione del panorama geopolitico — la caduta di Kabul e la guerra contro l'Ucraina — ci impone di investire molto di più nel nostro partenariato, sempre più rilevante, in Asia centrale e con l'Asia centrale.

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"Una finestra sul mondo"- Blog dell'AR/VP Josep Borrell

Blog di Josep Borrell sulle sue attività e la politica estera europea. Contiene anche interviste, op-eds, una selezione di discorsi e video.