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Come e perché l'UE sostiene l'Ucraina

20/04/2021 – Blog dell'AR/VP – Repentino inasprimento delle tensioni in Ucraina e nella regione. In sede di Consiglio "Affari esteri" abbiamo espresso chiaramente il nostro sostegno collettivo nei confronti della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina, di fronte allo schieramento di forze armate e continui atti ostili e provocazioni della Russia.

"L'inasprimento delle tensioni in Ucraina e nella regione richiede sia una netta presa di posizione di principio che un'intensificazione degli sforzi diplomatici."

 

Ancora una volta la nostra riunione mensile dei ministri degli esteri dell'UE si è dovuta svolgere in videoconferenza a causa del persistere della pandemia. E ancora una volta molta della nostra attenzione si è focalizzata sulle crescenti tensioni nella parte orientale del nostro continente. Questa volta ci siamo concentrati soprattutto sull'Ucraina e su come possiamo sostenere al meglio questo paese, che si trova a dover affrontare sempre più sfide, tra le quali spicca la costante presenza militare russa, che è persino stata rafforzata.

Avevo invitato il ministro degli Esteri ucraino Dimytro Kuleba a unirsi a noi, in modo da sentire direttamente da lui come valuta le sfide che l'Ucraina si trova ad affrontare e in che modo l'UE e i suoi Stati membri possano far sì che il sostegno già consistente che offrono al suo paese sia il più adeguato possibile alla situazione. I nostri scambi hanno toccato diversi aspetti.  

 

"Da anni l'Ucraina sta facendo fronte all'aggressione russa... È particolarmente preoccupante il concentramento di forze armate in prossimità del confine ucraino e della Crimea, illegalmente annessa."

 

Anzitutto, la sicurezza e il conflitto in Ucraina. Da anni, ormai, l'Ucraina si trova a dover far fronte all'aggressione russa. Inoltre, i passi compiuti da Kiev in direzione della risoluzione del conflitto non sono stati emulati da Mosca. È particolarmente preoccupante il concentramento di forze armate in prossimità del confine ucraino e della Crimea, illegalmente annessa, dove sono ammassati oltre centomila soldati russi. Assieme ai partner del G7 abbiamo esortato la Russia a porre fine a questa pericolosa escalation. La Russia ha oltretutto annunciato la chiusura di alcune zone del Mar Nero fino ad ottobre 2021 per effettuarvi manovre militari: si tratta di un'altra provocazione e di una violazione della libertà di navigazione garantita dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS).

Da parte mia ho sottolineato che dobbiamo elogiare l'Ucraina per la sua risposta misurata; dobbiamo continuare a esortare la Russia affinché proceda a una de-escalation e allenti le tensioni, e tutti noi dobbiamo resistere ai tentativi della Russia di presentarsi come mediatore anziché come parte nel conflitto.

Abbiamo ribadito il nostro forte sostegno nei confronti della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina e insistito sulla necessità che sia data piena attuazione agli accordi di Minsk.

 

"È giunto il momento della de-escalation. Stiamo seguendo attentamente gli sviluppi e dovremmo tenerci pronti a vagliare tutte le opzioni se l'aggressione dovesse continuare."

 

L'inasprirsi delle tensioni richiede sia una netta presa di posizione di principio che un'intensificazione degli sforzi diplomatici. Abbiamo convenuto che dovremmo parlare con una sola voce nelle nostre discussioni con la Russia a livello bilaterale e in tutti i consessi internazionali pertinenti — G7, OSCE, incontri con gli Stati Uniti — e trasmettere messaggi coordinati che esprimano solidarietà incrollabile nei confronti dell'Ucraina. Continueremo a sostenere gli sforzi compiuti nel formato Normandia e nell'OSCE, compresa la sua missione speciale di monitoraggio e le misure di costruzione della pace. È giunto il momento della de-escalation. Stiamo seguendo attentamente gli sviluppi e dovremmo tenerci pronti a vagliare tutte le opzioni qualora l'aggressione dovesse continuare.

Guardando al futuro, il presidente Michel e io abbiamo confermato la nostra partecipazione al vertice sulla piattaforma internazionale per la Crimea, previsto per il 23 agosto a Kiev: sarà un'occasione importante per mantenere viva l'attenzione sull'annessione illegale della Crimea e per sottolineare il nostro sostegno all'Ucraina in senso più ampio.

 

"Le riforme rendono l'Ucraina più resiliente e più forte; per questo dal 2014 abbiamo mobilitato oltre 16 miliardi di € per sostenerle."

 

In secondo luogo, abbiamo parlato di riforme. L'Ucraina ha compiuto molti progressi, ma resta ancora molto da fare, in particolare per quanto riguarda la lotta alla corruzione e le riforme in ambito giudiziario. Le riforme rendono l'Ucraina più resiliente e più forte; per questo dal 2014 abbiamo mobilitato oltre 16 miliardi di € per sostenerle, cosicché l'Ucraina è diventato il maggiore beneficiario di aiuti finanziari dell'UE. Con il ministro Kuleba abbiamo convenuto che l'integrazione economica dell'Ucraina e il ravvicinamento della sua normativa a quella dell'UE fanno bene al commercio e all'economia del paese.

In terzo luogo, continueremo a sostenere l'Ucraina nella lotta contro la pandemia: venerdì scorso COVAX ha fornito all'Ucraina 117 000 dosi di vaccini contro il coronavirus ed è previsto che circa 3 milioni di dosi arriveranno entro la fine di giugno. Come non cessiamo di ripetere, l'UE è un forte sostenitore del multilateralismo in materia di vaccini ed è uno dei principali contributori dell'iniziativa COVAX.

Ovviamente, parlare di Ucraina significa anche riflettere sulla situazione all'interno della Russia e sulle nostre relazioni con quel paese. Purtroppo in Russia prosegue il trend negativo a cui assistiamo già da qualche tempo. Il trattamento di Aleksej Navalny ne è un esempio lampante. Mi sono recato a Mosca all'inizio di febbraio per sollevare queste questioni direttamente presso la leadership del paese, ma la Russia ha chiaramente scelto di continuare ad andare per la sua strada.

Di conseguenza adesso la situazione è tale da farci nutrire forti preoccupazioni per la salute di Navalny. Abbiamo detto molto chiaramente che ci aspettiamo che riceva le cure mediche di cui ha bisogno e venga assistito da medici di sua fiducia (il che è più che logico, considerato che ha già subito un tentativo di avvelenamento). Considereremo le autorità russe responsabili di qualsiasi cosa gli avverrà.

Ho già in precedenza affermato che la Russia si sta staccando dall'Europa. In quanto UE, dobbiamo trarne le debite conseguenze - e lo faremo, mantenendo saldi i principi su cui si fonda la sicurezza europea e sostenendo i partner che condividono i nostri stessi interessi e valori.

 

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