La pandemia è lungi dall'essere superata: abbiamo bisogno di un'OMS forte per ottenere risultati
"La pandemia di coronavirus è una questione globale e possiamo sconfiggerla solo grazie a una soluzione globale"
Con 130 600 nuovi casi riscontrati in tutto il mondo, il 5 giugno di quest'anno è stato raggiunto un nuovo record. Come affermato dal dott. Tedros, la situazione continua a deteriorarsi nel continente americano e, in particolare, in America del Sud.
Questa situazione preoccupante ci ricorda una cosa essenziale: questa pandemia è una questione globale e possiamo sconfiggerla solo grazie a una soluzione globale. Se non riusciremo a lottare efficacemente contro la COVID-19 ovunque, il virus finirà per tornare da noi. Alcuni diranno che questo aumento del rischio è dovuto all'accelerazione della circolazione delle merci e delle persone, un effetto collaterale indesiderato della globalizzazione. Non si tratta però di una novità: le persone e le merci si sono sempre spostate, e i virus con loro. Basti ricordare, senza bisogno di risalire all'epoca delle grandi epidemie di peste del medioevo, la cosiddetta "influenza spagnola" del 1918 e i suoi milioni di vittime.
Di fronte a questa pandemia, possiamo capire fino a che punto la salute sia, per sua stessa natura, ciò che gli economisti chiamano un "bene pubblico globale". Fintanto che le persone più vulnerabili dei paesi più poveri non saranno trattate in modo adeguato, ne risentiranno anche quelle più prospere dei paesi più ricchi. Per questo motivo, in uno spirito di solidarietà con i nostri partner al di fuori dell'Europa, l'UE ritiene ormai da molto tempo che sia essenziale sostenere una migliore preparazione e sistemi sanitari più solidi.
Questo è anche il motivo per cui, di fronte alla pandemia di COVID-19, l'Unione europea e i suoi Stati membri hanno mobilitato un pacchetto "Team Europe" da 36 miliardi di EUR per aiutare i nostri paesi partner e le popolazioni più a rischio ad affrontare la pandemia sia dal punto di vista sanitario che per i suoi gravi effetti socioeconomici. In occasione della videoconferenza di lunedì abbiamo discusso delle modalità per coordinare meglio i nostri sforzi al fine di accelerare l'introduzione di questo pacchetto sul terreno e garantire risultati tangibili.
In tale contesto, dobbiamo più che mai coordinare le nostre risposte a livello mondiale. L'UE e i suoi Stati membri sono già i maggiori contributori finanziari all'OMS, ma abbiamo bisogno di un'Organizzazione mondiale della sanità dotata di più risorse e maggiore capacità d'azione. Ecco perché è deplorevole che alcuni paesi, come gli Stati Uniti d'America, abbiano scelto proprio questo momento per mettere in discussione la necessità di un'azione multilaterale nel settore della salute pubblica, rompendo completamente i legami con l'OMS. Sarà necessario valutare a tempo debito se l'OMS ha agito in modo efficace durante questa crisi e se la sua attuale governance è idonea a rispondere a questo tipo di pandemie. Indipendentemente dai problemi che tale organizzazione possa avere, vi è l'urgente necessità di un'azione multilaterale in materia di salute pubblica e l'OMS è senza dubbio il soggetto migliore per realizzarla.
Ciò che vale per la salute vale anche per molte delle grandi sfide che l'Europa deve affrontare al giorno d'oggi: che si tratti della lotta contro i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, il terrorismo o la regolamentazione finanziaria e l'elusione fiscale, abbiamo bisogno di un sistema multilaterale globale rafforzato. Il sistema multilaterale postbellico deve essere riformato per tener maggiormente conto dei grandi cambiamenti che ci sono stati e delle sfide attuali. In quanto Unione europea, continueremo ad adoperarci per rafforzare questo sistema e convincere i nostri partner della pressante necessità di soluzioni multilaterali ai problemi globali.
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